3.8.06

Il tram della vita

E’un giorno come tanti, un giorno di sole, un giorno da 32 gradi, un giorno qualunque nella calda e frenetica Milano.
Lei sale su un tram.
Ha i tacchi alti.
Il tram parte e lei quasi perde l’equilibrio. Afferra per caso un appiglio ma si scontra comunque con un altro passeggero. I loro occhi si scambiano un sorriso, lei si scusa e va a sedersi.

Chi era quel passeggero? Qual è la sua vita? Quali sono i suoi problemi, i suoi gusti, le sue abitudini?
Poco importa, perché tanto le loro vite si sono già allontanate.
Lei si guarda intorno, il tram è relativamente vuoto.
Tutti seduti ai loro posti, qualcuno in piedi, in fondo.
Due ragazze che ridacchiano, una signora anziana che le guarda severa, un ragazzo che pensa che la signora anziana potrebbe evitare quelle occhiate, una donna che pensa che quel ragazzo sia davvero un bel ragazzo, un uomo che pensa che quella donna sia davvero una bella donna, un bambino che pensa che quell’uomo sia davvero grasso, una ragazza che pensa che quel bambino dovrebbe stare più tranquillo, una madre che pensa che se quella ragazza non la smette di guardare male il suo bambino….
Tutti guardano tutti, tutti danno i loro giudizi su tutti.
Nessuno conosce nessuno.

Alla fermata dopo c’è chi scende, c’è chi sale e quelle vite che per poco si sono intrecciate sono destinate a rimanere per sempre lontane.

La ragazza, quella coi tacchi alti, pensa.

Quel tram è la metafora della vita. Lo è purtroppo.
Nella vita si incontrano persone, si instaurano legami, si condividono esperienze. Poi, quando non servono più, si scende dal tram e ce le si lascia alle spalle.

Com’è possibile vivere tante esperienze e condividere tante emozioni con una persona e riuscire a lasciarsela alle spalle così, come fosse un ignoto passeggero di quel tram?

E perché ci sono persone che non si vedono mai e si sentono pochissimo, sulle quali però si sa di poter contare?

Sono giorni che quella ragazza si fa queste domande. E se le fa perché molte persone sono entrate ed uscite dalla sua vita. E poche amicizie sono rimaste.

Ci sono due passeggeri che l’han turbata maggiormente: Barbara e Silvia.
Barbara. Un’amicizia che credeva destinata a durare per sempre. Hanno vissuto in simbiosi per mesi. Finchè non hanno litigato, han fatto pace (in tempi lunghissimi…) e poi Barbara l’ha abbandonata. Letteralmente.
Ora la cosa le è indifferente, è passato tanto tempo. Ed è triste che lo sia. Chissà se l’altraci pensa.
Silvia. Un’amicizia (ma non la definirei davvero tale) strettamente legata all’università. Poi Silvia è impazzita…vari motivi…errori (probabilmente) di entrambe. Lei ha cercato di ricucire ma Silvia non ne ha voluto sapere. Ed è sparita.
Poco male, di questo davvero non le importa. Non ha lasciato segni, solo una vaga vena di tristezza nel pensare a questo tram.

Ci sono tanti altri nomi che andrebbero elencati, tanti altri tram che sono stati presi e persi.
Quello che questa ragazza vuole è non perdere più le amicizie importanti.

Quel che è stato è stato, ora ha 21 anni e non vuole lasciare nulla per strada.